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Anno XXXVI - n. 4 - dicembre 2011

 

 

Pagola J.A.

 

 

Perché credere ?

Dialogo con i cercatori di Dio

 

Edizioni Paoline – 2010 – pp.224

 

 

José Antonio Pagola è stato per vent’anni vicario episcopale della diocesi di San Sebastiano (Spagna). Attualmente è direttore dell’Istituto di Teologia e Pastorale della stessa diocesi. Condivide la sua fede e la sua ricerca con gruppi di credenti e lontani. Nell’ambito della ricerca teologica è conosciuto per il suo libro: “Gesù. Un approccio storico” del 2009. È un libro che pur scritto con rigore scientifico, si fa leggere non solo per il suo stile brillante, ma anche per la passione che lo abita: è un avvicinamento a Gesù, alla sua persona da parte dell’uomo e della donna di oggi. Il suo obiettivo è destare nella società attuale il “desiderio” di Gesù accompagnando le persone a compiere graduali passi verso il suo mistero.

Nessuno come Gesù ha espresso le inquietudini e gli interrogativi dell’essere umano, nessuno ha destato tante speranze. Mentre le ideologie e le religioni sperimentano una crisi profonda, la sua persona e il suo messaggio continuano ad alimentare la fede di tanti uomini e donne.

È un libro da leggere, anche se esige un po’ di tempo e attenzione per la sua voluminosità (595 pagine): è un incontro con il personaggio Gesù che ti conquista e ti affascina.

Questo stesso Autore, sempre appassionato e teologicamente rigoroso, ha redatto un libretto composto di capitoletti brevi ma interroganti e suggestivi per accompagnare i giovani e le persone alla ricerca di una fede non solo consapevole, ma pure entusiasta.

L’Autore si pone nel complesso tema dei “lontani”. Di chi ha conosciuto la fede da bambino, ma da quella stessa è stato allontanato dalla vita, da esperienze negative o semplicemente dal tempo e dall’indifferenza. In questo terreno delicatissimo si muove la penna di José Antonio Pagola, spinto dal desiderio di avvicinare chi, sapientemente, sa chiamare “cercatori di Dio”: “Continuate ad ammirare Gesù, anche se forse non lo conoscete bene né pensate a lui spesso. Avete fatto la cosa più facile: mettere da parte una religione che non vi aiutava a vivere meglio”.

Nato dall’esperienza diretta dell’Autore, dal suo confronto con chi gli ha confidato i propri dubbi e pregiudizi, il desiderio di credere ma al tempo stesso il rifiuto verso le credenze e le pratiche di altri tempi, questo volume accompagna in un cammino molto concreto che muove dal basso, dalla vita del lettore: “Non vi voglio esporre dottrine teoriche. Vi parlo con il cuore in mano, cercando di entrare in sintonia con quanto state vivendo nel profondo del vostro cuore. Vi voglio solo suggerire alcuni passi per imparare a vivere e a sentire Dio in maniera diversa”.

Se volessi cogliere il messaggio centrale, ma anche innovativo di questo libro, potrei esprimerlo così: “A Dio interessa che tu viva bene”.

Da ragazzi, e oltre, ci siamo fatti l’idea che in tutto ciò che riguarda la religione ci siano due livelli di interessi. Da una parte c’è quello che interessa a Dio, dall’altra quello che interessa veramente a noi, uomini e donne. A Dio interessa la sua “gloria”, cioè che le persone credano in lui, lo lodino e compiano la sua volontà divina, che la gente preghi, gli renda culto e pratichi la religione. Dall’altra c’è quello che interessa realmente a noi: avere un lavoro, condividere una vita felice con il marito o la moglie, il futuro dei figli, vivere bene, divertirsi, essere sereni e in pace con gli altri. Questa è la sfera dei nostri interessi, in cui ci affanniamo per vivere nel miglior modo possibile.

A Dio interessa “il suo” e cerca di far sì che l’umanità sia al suo servizio, per questo impone i comandamenti e se gli obbediscono saranno premiati, in caso contrario castigati. Le persone religiose si rivolgono a Dio per ricevere favori e per farlo “contento”. Così ragionano, in buona fede, molti credenti. È questo il modo di intendere Dio e la religione? L’Autore dice che dovremmo rovesciare questi nostri pensieri. Da Dio sgorga soltanto amore gratuito. Si preoccupa della nostra vita, del nostro lavoro, della nostra libertà, della nostra salute, della nostra famiglia. Dio cerca e vuole una vita dignitosa, felice e serena per tutti e per ciascuno. È questa forse la novità più importante che Gesù introduce nella società del suo tempo. Secondo Gesù, quello che conta per Dio non è la religione, ma la vita delle persone. Per questo motivo Gesù è arrivato a scontrarsi con i sommi sacerdoti del Tempio.

Gesù vuole solo portare a capire che “credere in Dio ti fa bene” perché la sua proposta è perché l’uomo diventi uomo, possa esprimere le sue potenzialità e quindi camminare verso la felicità.

Don Battista Borsato


 

   
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