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Anno XXIV - n. 2 - giugno 1999

 

Silvano Fausti

 

L'idiozia - con postilla sul Giubileo

Ed. Ancora, pp. 120.

 

Il quadro di S. Dalì 11 Cristo di san Giovanni della Croce rende molto effi­cacemente e plasticamente ragione del titolo: un Gesù crocefisso visto di scorcio dall'alto, in modo tale che, in primo piano, dominino le braccia tese inchiodate al legno, il capo pendente, dai margini del quale si intravedono i piedi. La scena è impressionante e il cielo nero in cui si staglia il Crocefisso - su cui piomba una luce dall'alto - evoca l'idea di vuoto, di tenebra e di abisso con cui inizia la Genesi, idea che è suggerita anche dalla crosta terrestre sottostante su cui è innalzata la croce. Vuoto, tenebra, abisso e ancora debolezza, piccolezza, follia, o meglio, idiozia.

L'idiozia è quella di Dio, la scandalosa, imperdonabile gaffe di Cristo, un Dio crocefisso. (Fra l'altro, del termine idiozia che titola il libro, sull'immagine di copertina le lettere "dio" sono centrate in corrispondenza della croce, raggiungendo un effetto shockante).

Questo di Fausti è un piccolo ma preziosissimo libro, una cristologia che potremmo paragonare a un tesoro nascosto che è assolutamente urgente scovare e leggere per comprendere le questioni riguardanti l'identità di Gesù e il perché di un dibattito, e per conseguire la conoscenza dello sfondo evangelico in vista anche di una lettura più approfondita e poter riflettere così, con discernimento, sulle proposte moderne. Idiota e idiozia derivano dal greco idios che significa "proprio, privato, singolare". «Ogni parlare sensato è proprio, privato, singolare di chi parla, a meno che sia un replicante» (cf. p. 16). Gesù è Parola di Dio fatta carne, è quindi idiozia di Dio. Davvero interessante questo leitmotiv che ricorre puntual­mente nel testo e che, in filigrana, permette al lettore di seguire l'articola­zione della proposta su due registri: Gesù è l'evento singolare, la pietra di inciampo con la quale l'uomo credente e non si misura prima o poi nella vita, e la connotazione che idiozia ha assunto nel nostro linguaggio, cioè di epiteto offensivo, col quale si legge la gaffe di Dio.

Il racconto fondante è costituito da Lc 23, 32-49, la morte di Gesù in croce fra due malfattori. Questa pagina delinea un volto di Gesù poco conosciuto e ci aiuta a fare pulizia delle tante immagini di Cristo quante so­no gli idolon.


Maria Rosaria Gavina

   
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