Anno XXX - n. 3 - settembre 2005
Christian Duquoc
Cristianesimo, memoria per il futuro
Editrice Queriniana - Brescia, 2002, pp. 139
II testo riferisce un'ipotesi secondo la quale: "La fede primitiva si era tenuta lontana da qualsiasi volontà di dominio sociale e politico; solo con il suo successo nel quarto secolo (conversione dell'impero) essa scoprì la missione di trasformare questo mondo secondo l'utopia biblica rivisitata. Questa interpretazione di un compito socio-politico della fede portò a creare più tardi la cristianità, forma terrena di un messianismo istituzionale. Essa fu successo e ambiguità. Dalla Riforma, che nel secolo XVI le inferse un colpo mortale, essa non ha cessato di assillare la fede ufficiale. Il concilio Vaticano II negli anni '60 ha inaugurato la fine di questo orientamento; ma non per questo un tale orientamento ha finito di abitare i sogni, di certi cristiani, di un mondo giusto e pacificato sotto la regalità di Cristo. Non è impossibile che la fede divenga di nuovo credibile se supera questa nostalgia e questo ostacolo, riproponendo sotto altra forma il suo progetto originario. In questo modo, essa ritroverebbe il soffio della speranza ultima così provocante per la rassegnazione allo statu quo sociopolitico: 'Ricordati del tuo futuro', dice il quarto comandamento, secondo J.-M. Ouaknin". (Dall'introduzione del libro) |