Anno XXVI - n. 4 - dicembre 2001
Carmine Di Sante
L'io ospitale
Editrice Lavoro/Esperienze, Roma-Fossano 2001
Questo libro, tipograficamente simpatico ed agile, apre un nuovo orizzonte del pensare e un modo "altro" di vivere le relazioni. L'idea di fondo è che "se la grandezza della modernità è nell'avere rivendicato la sovranità dell'io e la sua pretesa indipendenza, la saggezza biblica porta a cogliere che la verità sta altrove, nel dover attendere tutto dagli altri". Da questo nucleo mi sembra che parta e si distenda, scandita da una logica insieme lucida e penetrante, la riflessione dell'Autore che riecheggia, dandone un'interpretazione originale e intelligente, il pensiero del filosofo Lévinas di cui si dichiara discepolo ed estimatore. Due interrogativi sollecitano il cammino riflessivo. L'uomo e la donna, accogliendo l'alterità divina, vengono contratti, diminuiti, o allargati e sottratti ai vincoli? La risposta è che "quando l'io accoglie e ospita Dio, viene liberato dall'incatenamento di sé. Pensare che la strada dell'autenticità sia l'autoaffermazione e l'autarchia dell'io, per la Bibbia è la radice stessa dell'alienazione dell'esistenza umana". Come affrontare ed oltrepassare l'individualismo, che produce nell'uomo la soggettività padronale ed ostacola così la costruzione della comunione e della condivisione? L'autore sostiene che si deve recuperare il senso dell'«estraneità» "che consiste nella interdizione di credersi maestri e possessori della terra e proprietari dei suoi beni e che si esprime nell'uscire continuamente dal cerchio del proprio io per incontrarsi con quello dell'altro che è incessante stimolo e risveglio". A questo esito il testo perviene attraverso un argomentare biblico e filosofico serio, denso e, nello stesso tempo, trasparente e sempre comprensibile. Un pregio importante per un libro come questo, che ha una palese valenza educativa e tende a schiudere il lettore a nuove e liberanti prospettive. Battista Borsato |