Anno XXXVII - n. 1 - marzo 2012

EDITORIALE

I cristiani e la Chiesa non dovrebbero mai temere le domande, anzi
                                                      dovrebbero suscitarle, amarle, sostare in esse perché è dalle domande
                                                      che cresce la ricerca della fede, il desiderio di scrutare i pensieri di Dio.

Simone Weil [1]

La citazione di S. Weil è già stata utilizzata in un editoriale precedente, ma ci è sembrato utile riproporla in rapporto al contenuto di questo numero di ”Matrimonio”.

Dopo gli articoli pubblicati nei 4 numeri della scorsa annata, “Matrimonio” riprende il tema della “convivenza”, cioè della decisione - transitoria o definitiva - di condividere per amore la vita senza sposarsi.

Gli articoli redazionali hanno suscitato diversi interventi esterni (G. Piana, L. Lorenzetti, C. Zuccaro) e da tutti è stata richiamata l’attenzione sulla necessità di conoscere il più oggettivamente possibile una realtà che sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti, ma che non si presta a facili generalizzazioni.

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Anno XXXVII - n. 2 - giugno 2012

EDITORIALE

Parlate e agite come persone
                                                                     che devono essere giudicate
                                                                     secondo una legge di libertà.

       Lettera di S. Giacomo 2, 12

Questa citazione, con cui il teologo Vito Mancuso introduce il suo libro “Obbedienza e libertà”, mi sembra in consonanza con le parole con cui il teologo Carlo Molari conclude la relazione che pubblichiamo: “… dobbiamo essere consapevoli che ciò che emerge dall'esperienza è sempre particolare e non può essere come tale universalizzato; tuttavia la necessità di far sentire la voce deve essere percepita da tutti, perché la Chiesa può procedere solo così, altrimenti si chiude in se stessa e non può annunciare nessun Vangelo di gioia e di salvezza… dobbiamo sentire il dovere di trasmettere a chi ha il compito di ascoltare e di proporre, ciò che emerge dall'esperienza dei credenti, di coloro che vivono la fede nelle famiglie, nella vita politica, nella vita sociale; e questo lo dobbiamo sentire come obbligo, come dovere; i mezzi li troviamo certamente perché sono possibili oggi”.

 

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Anno XXXVII - n. 3 - settembre 2012

EDITORIALE

L’estate che ha preceduto l’uscita di questo numero è stata segnata da due date che Matrimonio considera molto significative: la morte, il 30 agosto a 85 anni, del Card. Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, e la ricorrenza del 50° anniversario del Concilio Vaticano II, iniziato l’11 ottobre 1962 col discorso d’apertura di Giovanni XXIII “Gaudet mater ecclesia”.

Dal Card. Martini, insigne biblista, grande testimone del Concilio Vaticano II e protagonista del post-concilio, abbiamo imparato che è possibile coniugare fedeltà alla Chiesa e fedeltà al Vangelo, obbedienza e libertà, rispetto della tradizione e coraggio della profezia, attenzione alla parola di Dio e attenzione all’uomo, dimensione contemplativa della vita e immersione nella storia.

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Anno XXXVII - n. 4 - dicembre 2012

EDITORIALE

Questo numero và in tipografia nel pieno del tempo d’Avvento, mentre ancora la nostra invocazione è marana thà: vieni nostro Signore, ma quando arriverà nelle mani dei nostri lettori il Natale sarà già alle spalle e potremo dire il nostro stupore: maran athà, il Signore nostro è venuto.

Siamo ancora tentati di contrapporre corpo e spirito e guardare al primo con sospetto, ma l’Incarnazione mostra che questa contrapposizione è figlia di una cultura che ha segnato profondamente - e non è stata ancora del tutto superata - il cristianesimo, ma contrasta con la visione biblica.

Nella quarta domenica d’Avvento verrà proposto un brano della lettera agli Ebrei: “Non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato… Ecco io vengo per fare la tua volontà”.

Il corpo è l’unico “luogo” in cui noi siamo e possiamo fare la volontà di Dio, che non dobbiamo andare a cercare lontano, ma dobbiamo cogliere in tutte le occasioni che la vita ci propone, per amare chi ci è prossimo come noi stessi, senza discriminazioni e senza esclusioni.

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