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Anno XXXVI - n. 1 - marzo 2011

 

 

Lidia Maggi

 

 

Elogio dell’amore imperfetto

 

Assisi, Cittadella Editrice, 2010 – pp. 107

 

 

La nostra cultura occidentale è permeata dal mito dell’efficientismo e della perfezione e l’alta tensione a vivere, assecondando questo schema, in vista di questo obiettivo, fa sì … che si smetta di vivere! Viene trasformato,  infatti, questo perfezionismo in qualcosa di statico, rigido, fisso, assoluto a cui prosternarsi, a cui bruciare incensi col rischio di equivocare il senso dell’esistenza perché, invece di ascoltare e disporsi verso la vita con un atteggiamento fiducioso, ci proteggiamo con le nostre forze (ideologie e formule precostituite) e ci mettiamo sotto un sicuro riparo … che finisce per schiacciarci (“Una famiglia perfetta non esiste nel mondo reale, essa vive solo negli ... Eppure, nel confronto con le famiglie irreali ci sentiamo inadeguati nella nostra storia affettiva”).

Questo piccolo testo di Lidia Maggi risulta prezioso perché aiuta a far verità con la provocazione dell’elogio dell’amore imperfetto, offrendoci uno sguardo disincantato, onesto e autentico, che favorisce il dischiudersi di interpretazioni che ci riportano alla sostanza della realtà della vita, con le sue relazioni, dinamiche, comunicazioni, che è fatta anche di fragilità, fallimenti, imperfezioni, silenzi.

Il lettore è aiutato a superare sapientemente la dimensione interiore delle pulsioni umane, spesso responsabili di quell’autentica passione divoratrice della volontà umana protesa all’infinita ricerca della felicità e a fare i conti prima, e a integrare poi, tutti quegli aspetti di debolezza, limite, difetto dell’amato e inserire tutto questo in un contesto di impegno/alleanza. L’amato non è un ideale astratto e irrealistico di cui la persona concreta è solo un pretesto, un oggetto da rivestire di un sogno del quale innamorarsi. La buona notizia, la vera novità cristiana è la scoperta dei valori significanti per quei cristiani che sono immersi nel mondo secolarizzato e ne hanno assorbito le pur legittime esigenze (“La buona notizia è racchiusa nella cornice dell’episodio di Gesù dodicenne: all’inizio della storia ci viene detto che Gesù cresceva e si fortificava ... Si può dunque crescere bene anche in una famiglia dove ciascuno è costretto a misurarsi con il limite delle altre persone. Insomma, in famiglie normali, abitate a tratti da tensioni e incomprensioni, crescono figli sani. Questa è la buona notizia!”). In tutto questo percorso il lettore è preso per mano dall’Autrice e accompagnato, attraverso alcune vicende esemplari della Bibbia, “libro degli amori imperfetti”, nella comprensione e accettazione di un vissuto da accogliere e non da scartare. “Non dobbiamo proporci l’impossibile, né tormentarci per non essere capaci di sopportarlo sulle nostre spalle” (D. Bonhoeffer).

Maria Rosaria Gavina

   
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