Anno XXXVIII - n. 4 - dicembre 2013

EDITORIALE

               Dio, tu sei la sorpresa senza fine, che nessuno si stanchi di cercarti.

                Il segno che ti abbiamo trovato è il fatto che ti cerchiamo ancora,

                E nessuno osi dire, ecco io so tutto di Dio.

                                                    Davide Maria Turoldo

Papa Francesco non finisce mai di sorprenderci: l’iniziativa di consultare il Popolo di Dio con un questionario, in vista del Sinodo dei vescovi del 2014 dà la misura della concezione di Chiesa che il vescovo di Roma propone in tutti i suoi interventi formali e informali.

Per noi di Matrimonio essa rappresenta una preziosa occasione per esprimere, con lealtà critica verso la Chiesa, una posizione che nasce dall’“ascolto delle relazioni d’amore” e che caratterizza il nostro essere non una rivista teologica o pastorale, ma una rivista “esperienziale”.

La redazione di Matrimonio si è riunita per dare le risposte di sua competenza al questionario; esse sono state inviate alla segreteria del Sinodo e sono allegate a questo numero, perché ogni lettore possa prenderne visione e fare le osservazioni che riterrà opportune, di cui daremo conto nel primo numero del 2014.

L’articolo di Giannino Piana dice per noi la sorpresa e la gratitudine per quest’opportunità, che – a nostra conoscenza - non ha precedenti nella storia della Chiesa: ”I sinodi, finora celebrati, dopo il Vaticano II, sono sempre stati preceduti dalla pubblicazione di un ampio e dettagliato documento denominato “Instrumentum laboris”, destinato ai vescovi, e in particolare a quelli designati a partecipare, nonché ai periti e osservatori invitati. La novità consiste pertanto nell'impegno ad ascoltare anzitutto il popolo di Dio nella sua interezza - clero, religiosi e laici - mettendo in tal modo in atto l'ecclesiologia del Concilio, che ha sottolineato con forza la corresponsabilità di tutti i credenti nella costruzione della Chiesa e il ruolo specifico e fondamentale dei laici nell'apertura della Chiesa al mondo. La seria considerazione di quanto si registra nelle comunità cristiane in tema di credenze e di costume… a un'istanza teologica, quella della ricezione del sensus fidelium, che è un elemento essenziale dal quale il magistero non può prescindere nell'esercizio delle proprie funzioni dottrinali e pastorali.”

  La consonanza tra la riflessione che da tempo Matrimonio fa sulla sessualità, e sulla sessualità di coppia in particolare, e quella di Enrico Chiavacci, uno dei più importanti teologi morali, morto recentemente, ci ha indotto a pubblicare come inserto un suo testo, anche per onorarne la memoria.

  Benché scritto con altre finalità, esso ci pare un importante contributo ai lavori del prossimo Sinodo: Oggi, nel 40° dell'enciclica Humanae Vitae, il dibattito e la rigidità di talune posizioni magisteriali stanno riapparendo su innumerevoli riviste. Ma è ormai tempo per una più profonda e seria riflessione: una riflessione che prenda atto delle origini e delle ragioni della dottrina morale recepita, ponendole a confronto con le trasformazioni profonde dell'esperienza umana in materia, tutte avvenute tra il XIX e il XX secolo e tuttora in crisi di crescenza.

  È ormai tempo che la teologia morale offra un cammino sistematico profondamente innovativo, alla luce del Vangelo e di questa relativamente recente esperienza umana”.

  Su questa linea si muove anche il contributo di Luisa e Paolo Benciolini: “Ascoltare è il grande sacramento del Concilio" ha affermato, con la sua consueta profondità e freschezza, Rosanna Virgili [1], così esplicitando il suo pensiero :"ascoltare la Parola, ascoltare il mondo e farsi veramente discepoli del mondo e della parola di Dio per seguire vie di felicità, vie ragionevoli, sensate, che diano a tutti gli uomini la possibilità di poter spezzare l'esperienza umana nel mondo”. Ritroviamo, in queste parole, una completa sintonia con le scelte redazionali di "Matrimonio" che già nel 1990 decideva di porre come sottotitolo della rivista l'espressione "in ascolto delle relazioni d'amore”.

  Concludiamo con questo numero la rubrica “Le parole che hanno segnato la nostra vita”, riportando integralmente un testo che, pur non facendo parte dei documenti conciliari, è stato sottoscritto da una quarantina di Padri conciliari, il 16 novembre 1965, e successivamente da molti vescovi latino-americani.

  Esso è noto anche come “Patto delle catacombe”, perché sottoscritto dopo la celebrazione dell’Eucarestia alle catacombe di Domitilla.

  Con il prossimo numero inizierà una nuova rubrica che chiameremo “Le parole che segnano la nostra vita”, e con la quale segnaleremo gli interventi di papa Francesco, di particolare interesse per la nostra Rivista.

Quando questo numero arriverà nelle mani dei lettori Natale e l’Epifania saranno già passati, ma affidiamo alle parole di d. Tonino Bello il nostro augurio affinché, come ci ha detto la liturgia nella IV domenica d’Avvento, Dio conceda anche a noi di accogliere e generare il Verbo; se a Maria è stato chiesto il dono della verginità, a noi è chiesto di liberare il nostro cuore da ogni forma di potere e violenza, da ogni spinta alla divisione: Andiamo fino a Betlemme, come i pastori… e se invece di un Dio glorioso ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso. Perché da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi dell’onnipotenza di Dio”.

Furio Bouquet


[1] vedi "Matrimonio" n.3/2012" Gioisce la Madre Chiesa"

   
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