Anno XXXVI - n. 1 - marzo 2011
EDITORIALE
Come possiamo far fiorire persone e situazioni
con il nostro gelo, con i nostri occhi spietati …
Non sarà invece la Chiesa che siede al pozzo,
mai stanca di umanità, della compagnia
degli uomini e delle donne del nostro tempo,
che parla sottovoce come il rabbi alla donna del pozzo?
Don Angelo Casati
Le parole di don Angelo Casati, parroco di … ci sono sembrate particolarmente appropriate per presentare questo numero di Matrimonio, quasi interamente dedicato alla riflessione su un tema che non possiamo più eludere.
La nostra rivista, pur mettendo al centro l’amore di un uomo e di una donna che scelgono di condividere la loro vita nel matrimonio, si presenta ai lettori come “ascolto delle relazioni d’amore” e quindi anche della relazione d’amore di un uomo e di una donna che scelgono, temporaneamente o definitivamente, di vivere assieme senza sposarsi.
Non è necessario umiliare la relazione d’amore di chi decide di non sposarsi (o di farlo civilmente) per annunciare la “novità” del matrimonio sacramento.
È necessario guardare a questa scelta senza pregiudizi, con uno sguardo fraterno, che non adotta la scorciatoia della condanna, ma cerca di decodificare il significato di questa scelta.
È lo sguardo di Battista Borsato che, dopo aver analizzato alcune cause del fenomeno della convivenza, afferma la necessità di comprenderlo, piuttosto che di condannarlo: “comprendere non vuol dire approvare, vuol dire guardare in profondità la situazione, l’importante non è che le coppie si sposino, ma che si amino … Le famiglie di origine, come la comunità più larga, impensierite dalla decisione dei due di convivere, vorrebbero qualche volta spingerli o convincerli a ratificare almeno legalmente la loro unione, ma non sono altrettanto preoccupate di accompagnarli a coltivare il loro amore e a renderlo adulto, perché Dio si rende presente e visibile non tanto attraverso il legame matrimoniale, ma attraverso l’amore che lo pervade. Il matrimonio è segno allusivo di Dio se è attraversato dall’amore … è l’amore il “sacramento di Dio”. Il rito è un modo per esprimerlo e … per dire che questo dono proviene da Dio e deve andare a beneficio della comunità”.
Anche Luisa Benciolini si pone la domanda: che due persone in nome di un amore ancora prevalentemente intuito e perciò idealizzato vogliano farsi carico e coraggio di confrontarlo nelle piccole e grandi difficoltà del quotidiano, anziché vivere come eterni adolescenti sempre un po’ disimpegnati è proprio un fatto negativo? Dove sta il male? Nel fatto che per imparare a condividere la gioia comune i due si responsabilizzano anche di fronte alle difficoltà e ai contrattempi del banale quotidiano?E si risponde: No: la conoscenza di sé e dell’altro, l’accettazione totale nonostante i nostri limiti esigono un lungo percorso fatto di intuizioni, comprensioni, paure e delusioni, verifiche che si apprendono non tanto o non solo razionalmente, ma facendo esperienza di vita comune. E non è percorso uguale per tutti … E ancora: vivere insieme, in coppia, prima del matrimonio è una colpa? Dove sta il male? … La sessualità non può esserci stata donata come un trabocchetto. È parte costitutiva della nostra vita e ci invita ad un percorso continuo ed evolutivo della nostra personalità.
Ben diversa è la concezione della sessualità della coppia che traspare dal testo che pubblichiamo, scritto da due sacerdoti per la rivista dell’Associazione Equipes Notre Dame, impegnati nella pastorale dei divorziati risposati, al quale peraltro risponde pacatamente, ma con fermezza una coppia di sposi.
Tra poco ricorderemo ancora una volta nelle nostre comunità la Pasqua del Signore: facciamo a tutti l’augurio di riviverne con gioia il senso.
La redazione