Anno XLI - n. 2 - giugno 2016
Editoriale
“Se non vi fate circoncidere
secondo l’usanza di Mosè,
non potete essere salvati”.
Atti degli Apostoli 15,1
La citazione degli Atti degli Apostoli ci dice che, fin dall’inizio, nella comunità dei cristiani c’è stata la tentazione di imporre, come di origine divina, norme di origine umana e di anteporre le norme alle persone. E’ un rischio al quale papa Francesco, nell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” richiama più volte - con forti accenti - pastori, teologi e laici: “È meschino soffermarsi a considerare solo se l’agire di una persona risponda o meno a una legge o a una norma generale, perché questo non basta a discernere e ad assicurare una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano”.
Nell’introduzione a questo importante documento il vescovo di Roma scrive: “ho ritenuto opportuno redigere una Esortazione che raccolga contributi dei due recenti Sinodi sulla famiglia, unendo altre considerazioni che arrechino coraggio, stimolo e aiuto alle famiglie nel loro impegno e nelle loro difficoltà (prg 4), se la approfondiranno pazientemente o se vi cercheranno quello di cui avranno bisogno in ogni circostanza concreta.
E’ quello che iniziamo a fare da questo numero di Matrimonio: leggere e approfondire pazientemente.
Lo facciamo evidenziando con gioia, nell’Articolo redazionale, il fatto che molti dei contributi della nostra rivista nella fase preparatoria del Sinodo straordinario e di quello ordinario hanno trovato riscontro nell’esortazione Amoris Laetitia. Sembra la conferma di quanto il vescovo di Roma dice nella lettera - che riassumiamo nella rubrica Le parole che segnano la nostra vita - scritta significativamente lo stesso giorno in cui è stata promulgata Amoris Laetitia – “non è il pastore a dover dire al laico quello che deve dire, lui lo sa”.
E lo facciamo pubblicando, nella rubrica Frammenti, le prime “reazioni” a qualche passaggio significativo del documento, che ha colpito la sensibilità di alcuni di noi (Luisa Benciolini, Furio Bouquet, Roberto Brusutti, Bruna Maini), nell’attesa di una sua analisi più approfondita, che - come papa Francesco stesso raccomanda - chiede una lettura non affrettata e un approfondimento paziente “una parte dopo l’altra”.
L’atteggiamento con cui ci accingiamo a quest’analisi è quello che il documento stesso raccomanda: “non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero. Naturalmente, nella Chiesa è necessaria un’unità di dottrina e di prassi, ma ciò non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano. Questo succederà fino a quando lo Spirito ci farà giungere alla verità completa”.
In questa direzione si muove l’articolo di d. Dario Vivian: “la storia non è semplicemente un contesto, ma un testo da leggere. Noi siamo abituati a leggere i testi, che ci vengono consegnati dalla tradizione, ponendoli su uno sfondo storico; ma non basta. Se davvero lo Spirito agisce nella storia, essa diviene un testo da leggere e quindi da interpretare; serve un’ermeneutica, che ha nella lettura dei segni dei tempi l’indicazione più significativa”.
In coerenza con quanto abbiamo preannunciato nell’articolo redazionale del n. 4/2015, (commentando la Relazione finale del Sinodo), Paolo e Luisa Benciolini, riflettendo su Amoris Laetitia, propongono un’articolata riflessione sul tema della comunità, che “nell’economia dei lavori sinodali” ha assunto grande importanza, “al punto di incrociare quasi tutti i temi trattati”.
Furio Bouquet, guardando alla tragedia degli immigrati respinti alle frontiere e a quella della donna bruciata viva a Roma si pone la domanda: e io cosa dovrei fare?
Questo numero ospita le parole che Piera ha rivolto alla madre morta, rievocando gli innumerevoli gesti d’amore che hanno segnato la relazione tra la ”mamma” e i suoi figli, cogliendo come “l’amore si sente sempre, anche quando non sembra, bastava uno sguardo a farcelo capire”.
Prima di chiudere questo editoriale vogliamo ricordare due momenti della storia che stiamo vivendo:
- Il 12 maggio papa Francesco ha compiuto un altro dei suoi gesti inattesi e straordinari, ventilando la possibilità del diaconato femminile e cominciando così a sanare una discriminazione, non più accettabile, della donna nella chiesa.
- Lo scorso 20 aprile si sono compiuti settant’anni dalla morte di Ernesto Buonaiuti (1881-1946), teologo e storico della chiesa, allontanato dal ministero presbiterale per le sue posizioni moderniste, giudicate non ortodosse; professore allontanato dalla cattedra universitaria perché, con soli altri tredici in tutta Italia, ha rifiutato il giuramento di fedeltà al regime fascista. "Matrimonio" si unisce alle altre Riviste della Rete Viandanti (alla quale ha aderito) nel ricordare l'importante contributo di Buonaiuti, pagato a caro prezzo, alla libertà di ricerca e di coscienza.
Furio Bouquet
Domenica di Pentecoste 2016