Anno XLI - n. 1 - marzo 2016

  

Editoriale

 

Dio non può farcela da solo.

Per realizzare il suo sogno

deve entrare nel sogno dell’uomo,

e l’uomo deve poter sognare i sogni di Dio.

Abraham Joshua Heschel

 

Crediamo che tra i sogni di Dio e i sogni dell’uomo ci sia quello di ricostituire l’unità delle chiese cristiane, che condividono lo stesso annuncio evangelico di Gesù di Nazareth.

Un importante passo avanti in questa direzione è stato realizzato con l’incontro, dopo quasi 1000 anni di ostilità, di Francesco, vescovo di Roma, e Kyril, patriarca di Mosca.

E’ stato un evento straordinario, che Matrimonio ha accolto come un dono inatteso dello Spirito santo.

A fronte di questo significativo evento dobbiamo registrare l’approvazione della legge sulle unioni civili che, se da un lato, soddisfa una attesa, dall’altro si rivela frutto di un compromesso al ribasso.

Questo numero si apre con l’articolo di d. Battista Borsato su “Sacramenti e comunità”, che prosegue la riflessione già avviata sul significato del sacramento/i. L’Autore denuncia il fatto che “Proveniamo da secoli di individualismo che ha così esaltato il privato, da appannare e affossare il valore della comunità” e afferma che “Il sacramento, in modo particolare il battesimo, è anzitutto un inserimento nella comunità, nella Chiesa” perché “Il progetto di Dio, di cui sono memoria i sacramenti, è che gli uomini vivano in relazione”. Aggiunge, citando Christos Jannaras ”Nessun sacramento mira alla santificazione dell’uomo ma al suo inserimento in quella comunione di persone che si chiama Chiesa”.

Segue l’articolo di Nicola Negretti “La coppia umana tra natura e cultura. Considerazioni sulla questione gender”, che ha il respiro di un vero e proprio saggio, il cui assunto fondamentale è “Nelle discussioni sul “gender” il concetto di natura umana viene polarizzato in due estremi: da un lato il determinismo biologico, sostenuto dai tradizionalisti, e dall’altro l’assoluta libertà di scelta o il “puro arbitrio”, stigmatizzato nelle posizioni libertarie. Ma nell’interpretare la “natura umana” determinismo e libertà sono in opposizione o in relazione dialettica”? … “E’ sorprendente il fatto che il termine “natura” venga di solito impiegato per connotare una realtà fissa e stabile. Natura (da “nasci”) indica, invece, più che l’oggettiva molteplicità delle cose, le innumerevoli e complesse manifestazioni della vita, così rigogliosa e meravigliosa nel suo nascere, sbocciare e trasformarsi”.

Abbiamo chiesto a Lidia Maggi una lettura della Relazione finale del Sinodo sulla famiglia, a partire dal suo essere una pastora battista.

Con la sua consueta delicatezza essa scrive: “Conservo un disagio di fondo, rafforzato proprio dal documento conclusivo. Più che un commento a questo testo, provo a dar voce a questo disagio… Sono una donna e appartengo ad una chiesa della tradizione riformata. Appartenere ad una chiesa Riformata tuttavia, non significa non sentirmi in profonda comunione con la chiesa Cattolica. Una comunione che non è radicata nel consenso, ma nel sentirsi parte dello stesso corpo. Le chiese sorelle non sono rivali, in competizione”.

Sempre in obbedienza al proposito di continuare a riflettere su ciò che il Sinodo è stato e su ciò che potrà essere, pubblichiamo, col permesso dell’Autore e dell’Editore, l’articolo di d. Tonio Dell’Olio, già comparso sulla rivista “Rocca”: “Le due porte”. L’Autore parte da una considerazione iniziale: “Papa Francesco ci costringe continuamente ad un’esegesi dei segni cui non siamo molto esercitati. Non si tratta, cioè di intercettare tra le righe i significati autentici delle parole dei suoi discorsi e dei documenti, quanto piuttosto di leggere in profondità gesti, scelte e segni che egli pone con una spontaneità evangelicamente disarmante”. Egli indica l’apertura - all’inizio del giubileo della misericordia - a Bangui, in Africa, della porta santa (che definisce la porta sul sud), cui ha fatto seguito l’apertura della porta di S. Pietro (che definisce la porta conciliare) uno di questi segni.

Mauro Pedrazzoli, che fa parte della nostra Redazione, ci ha messo a disposizione la commemorazione da lui svolta al funerale della sposa Daniela, da cui traiamo un’affermazione su cui ci siamo già interrogati in uno degli incontri redazionali: ”Il matrimonio e l'amore possono finire, ma il sacramento no! Qui non è finito né il matrimonio, né l'amore (che permane grande), e men che meno il sacramento. È veramente un sacramento indissolubile, non tanto nel senso tradizionale, giuridico ed ecclesiastico, bensì in senso essenziale, sostanziale, esistenziale”.

Chiude questo numero la riflessione di Malvina Zambolo “Il popolo crocifisso, come il servo sofferente di YHWH, porta salvezza”, in memoria di Marianela Garcia, collaboratrice dell’arcivescovo Oscar Romero, martire in Salvador per aver documentato come Presidente della Commissione per i diritti umani, gli orrori del regime salvadoregno di allora. Torturata e uccisa nel 1983, la sua tomba è stata ritrovata solo il 2 Ottobre 2015. Scrive l’Autrice: “C'è un legame profondo tra la passione di Cristo e la passione dell'umanità. Il mistero di Dio è presente in tutte le donne e gli uomini, in particolare nei popoli crocifissi. E' presente in coloro che convivono in mezzo ai poveri, che si muovono con loro schierandosi dalla loro parte. Nel "vedere" e ascoltare le loro abissali storie di sofferenze, inizia la visibilità di Dio che opera salvezza”.

Affidiamo il nostro augurio di buona Pasqua ai versi del poeta d. Pietro Zovatto [1]: “Non ti domando se sei protestante/ non voglio sapere se sei cattolico o ortodosso/ vorrei solo sapere se credi/ agli angeli annunzianti alla Maddalena/ che videro e credettero al sepolcro vuoto/ in compagnia d’una peccatrice.

Furio Bouquet

 


[1] Pietro Zovatto: L’angelo del sogno. Edizioni Parnaso, collana mini libri. 2002.

 

   
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