Anno XXXIX - n. 1 - marzo 2014

Editoriale

                                                        Vita mutatur, non tollitur

                                                            Prefazio della messa per i  defunti

 

La vita non è tolta, ma cambiata.

Abbiamo pregato con queste parole alla celebrazione delle esequie di Franco Franceschetti, che è stato direttore responsabile di “Matrimonio” fino a tutto il 2011 ed è morto il 27 gennaio u.s.

Una parte di questo numero è dedicata al ricordo di Franco, la cui vita è stata ricchissima di umanità e fede.

 

Dopo una Nota biografica di Furio Bouquet e un estratto della Lettera ai figli e ai nipoti, che Franco ha lasciato, scrivono di lui Adelina Bartolomei (“… e  rimanendo, lasciati  trasformare!”), che ricorda soprattutto l’esperienza dei Gruppi di spiritualità coniugale e familiare  e alcuni amici della redazione che attingono ai loro ricordi personali.

Qui vogliamo ricordare che Franco ha vissuto tutto il percorso della riflessione ecclesiale sul matrimonio.

Il tempo pre-conciliare è stato il tempo della ricerca - cui Franco assieme a tante altre coppie ha contribuito - per uscire dall’angustia di un’attenzione fondamentalmente etico-giuridica al matrimonio,  spostandola sulla dimensione teologico-biblica, e per superare la contrapposizione tra vita consacrata (scelta evangelica “radicale” di pochi) e vita sponsale (scelta “comune” di tanti), cercando le linee portanti di una spiritualità sponsale e familiare.

 

Con Franco abbiamo vissuto il Concilio e il periodo immediatamente post-conciliare come il tempo in cui tutte le intuizioni, tutte le attese e tutte le speranze del tempo precedente hanno trovato un insperato riscontro.

 

Con lui abbiamo poi vissuto la lunga fase in cui le speranze del Concilio sono diventate il seme gettato nella terra in attesa di fiorire, fino al dono di Papa Francesco che ha spostato l’accento dalla rigidezza della dottrina, pur riconfermata, alla tenerezza della pastorale, proposta come cifra dell’annuncio evangelico e apparsa fin dall’inizio come una pastorale della misericordia.

 

Questo numero ospita tre contributi sul tema del questionario con cui papa Francesco ha voluto interrogare il sensus fidei del popolo di Dio, nella sua interezza, sui problemi della famiglia.

Su questo tema, dopo aver pubblicato sul numero precedente la sua risposta al questionario, la redazione di “Matrimonio” ha deciso di mantenere aperta la riflessione, perché, come scrive Raniero La Valle “sta avvenendo un concilio popolare, mai visto prima. Tocca a tutti farlo vivere, esprimendoci, mettendo ogni esperienza ad utilità del popolo intero di Dio, anche continuando oltre le date di scadenza.” Siamo quindi chiamati ad esercitare  quello che l’autore chiama il “ministero della risposta”.

Scrive infatti Nicola Negretti “La chiesa di papa Francesco si mette in ascolto dei fermenti, degli interrogativi e dei bisogni, che emergono dalla vita dei credenti e dei non credenti. L’attenzione è concentrata sull’esperienza concreta delle persone, più che sui problemi teorici, e a partire dall’esperienza, si delineano questioni centrali, riguardanti la coppia e la famiglia, oggi più che mai segnate dai vistosi cambiamenti della società globale”

Lidia Maggi (“Per camminare insieme. Una voce protestante”) scorge con gioia nel gesto di papa Francesco “il profilarsi di una concezione della sinodalità diversa … un primo e decisivo passo nel recupero di quell’ecclesiologia di comunione che il termine stesso esprime”. Sinodo, infatti, significa “camminare insieme” … Ora sembra annunciarsi all’orizzonte un recupero della concezione … di chiesa dove tutte e tutti sono “organi della verità”.

Su questa linea Furio Bouquet sottolinea la necessità di un dialogo dei credenti con la cultura moderna perché per tanto tempo come cristiani, “preoccupati “delle cose di lassù”, abbiamo prestato poca attenzione “alle cose di quaggiù”, alla nostra umanità, ai problemi che l’uomo ha sofferto e affrontato, cercando risposte che oggi lo Spirito ci costringe a leggere come “segni dei tempi”.

In redazione ci siamo detti che è importante non lasciar cadere il discorso del questionario.

 Il nostro impegno dovrebbe continuare fino al 2015, anno in cui si concluderanno i lavori del Sinodo mondiale. Si tratterà di riprendere i temi più consoni alla nostra rivista.

 

Nel corso dell’annata “Matrimonio” ha deciso quindi di continuare a riflettere su alcuni temi già tratteggiati: 1) oltre l’Humanae vitae: significato e valore della sessualità umana e, più in generale,  della corporeità, oltre i limiti consueti dell’apertura o meno alla vita, con la consapevolezza che la sessualità agìta ha anche un volto oscuro che può disumanizzarla; 2) situazioni di vita che il questionario definisce “irregolari” ed esclusione dei divorziati risposati dall’eucarestia; 3) approfondimento del tema dell’omoaffetività, che non può essere  liquidata continuando definirla un “disordine”, quando non una malattia; 4) rilettura biblico-teologica del matrimonio tra creaturalità e sacramentalità: il sacramento illumina la realtà dell’ amore che gli pre-esiste; questo comporta lo spostamento del discorso del sacramento dall’istituzione alla relazione d’amore. La riflessione dovrebbe partire dalla dottrina della Chiesa e arrivare alle prospettive attuali, passando per il pensiero di d. Germano Pattaro sul significato e il valore del  sacramento (dei sacramenti), per coglierne l’evoluzione.

 

 ”Matrimonio” continuerà a porsi e a porre delle domande, nella convinzione che le domande difficili sono più importanti delle facili risposte, spesso di comodo, e che quindi è necessario un paziente lavoro di approfondimento.

Vita mutatur non tollitur ci ricorda che siamo ormai prossimi alla celebrazione della Pasqua, memoria della morte e della resurrezione di Gesù di Nazareth.

 

Affidiamo i nostri auguri di una santa Pasqua alla preghiera del Card. Suenens: io sono un uomo di speranza.

 

 Furio Bouquet