Anno XL - n. 3 - settembre 2015

  

    Editoriale

 

Una nuova alleanza dell’uomo e della donna è necessaria
per l’emancipazione dei popoli dalla colonizzazione del denaro.
Essa decide l’abitabilità della terra, la trasmissione del sentimento della vita,
i legami della memoria e della speranza.
Di questa alleanza, la comunità coniugale-famigliare dell’uomo e della donna
è la grammatica generativa.
Il mondo creato è affidato all’uomo e alla donna:
quello che accade tra loro dà l’impronta a tutto.

Papa Francesco[1]

 

Quello citato è un brano tratto da una più ampia e, a nostro giudizio rivoluzionaria, riflessione di papa Francesco sul ruolo della donna nella comunità ecclesiale (e non solo), che chiede di abbandonare “luoghi comuni persino offensivi”(la donna tentatrice) ancora presenti in alcuni ambiti della Chiesa (e non solo), e di riconoscere che “c’è spazio per una teologia della donna che sia all’altezza di questa benedizione di Dio”.

Ne daremo conto nel prossimo numero di Matrimonio, ma qui vorremmo rilevare che nel suo intervento papa Francesco fa diretto riferimento all’imminente Sinodo sulla famiglia, al quale è dedicato questo numero di Matrimonio.

Siamo consapevoli del fatto che si è chiuso il tempo dei contributi alla preparazione del Documento di lavoro (Instrumentum Laboris) per lo svolgimento del Sinodo, che anche la nostra Rivista ha offerto in tutti i numeri che sono seguiti al n. 3/2013 dove abbiamo risposto al primo questionario con cui il vescovo di Roma ha deciso di interrogare il sensus fidelium.

Ma siamo altresì consapevoli del fatto che lo stile della sinodalità, più volte richiamato da papa Francesco, non si esaurirà con la celebrazione del Sinodo, ma continuerà a caratterizzare il confronto all’in-terno del popolo di Dio.

Prima di entrare nel vivo di questo numero di Matrimonio non possiamo non ricordare ciò che accade nel mar Egeo, nel mar Mediterraneo, alla frontiera tra Turchia ed Europa, ai confini dell’Unghe-ria, della Serbia e della Croazia, nel cuore dell’Europa, facendo nostra la preghiera per la pace, pronunciata dal vescovo di Roma il 6 giugno 2014: “Signore, tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere, con paziente perseveranza, scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace e dal cuore di ogni uomo siano bandite le parole: divisione, odio, guerra! Disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre ‘fratello’ e lo stile della nostra vita diventi ‘shalom, pace, salam’!“

Con l’Articolo redazionale raccogliamo l’invito al confronto, sintetizzando quanto emerso nella serrata e vivace discussione in redazione sull’ Instrumentum Laboris , predisposto dalla Segreteria generale del Sinodo, che ha raccolto anche i contributi di comunità ecclesiali, gruppi di lavoro, riviste (tra le quali anche la nostra) e singoli.

L’incontro redazionale ha registrato una gradita novità: alla discussione hanno partecipato anche tre nuove coppie, che ringraziamo per il franco e costruttivo contributo.

Un’altra gradita novità è rappresentata dal fatto che Damiano Migliorini abbia sottoposto alla nostra attenzione l’articolo “Sinodo e omosessualità: l’abc dei termini e dei concetti da approfondire”, testimoniando così che l’attenzione alla nostra Rivista va oltre i confini degli abbonati che conosciamo.

La redazione ne ha deciso la pubblicazione, favorevolmente colpita dalla precisione, dalla pacatezza e dal respiro ecclesiale delle argomentazioni su un tema delicato, che impegnerà i Padri sinodali.

Nel n. 1 di quest’anno abbiamo pubblicato il saggio “Giustizia e misericordia nelle parole di Gesù sul matrimonio” del padre camaldolese Innocenzo Gargano.

Ne sono seguite delle critiche, non sempre serene, che ci hanno convinto dell’opportunità di pubblicare, in questo numero - previa autorizzazione dell’Autore - la risposta di p. Gargano, comparsa nel blog di Sandro Magister, “La legge di Mosè e la proposta di Gesù sul matrimonio”, che a nostro giudizio integra efficacemente la riflessione precedente.

Chiude il numero la “lettera aperta” che Luisa Solero ha scritto a Papa Francesco dopo la pubblicazione della sua “Lettera apostolica, in forma di “motu proprio”, sulla riforma del processo canonico per le causa di dichiarazione di nullità del matrimonio”, significativamente intitolata “Mitis iudex dominus Iesus”.

Coerentemente a tutto il suo insegnamento, pur confermando la funzione dei tribunali ecclesiastici, di cui Luisa Solero ha auspicato la chiusura [2], papa Francesco afferma il linguaggio della misericordia, liberandosi dal predominio del linguaggio giuridico.


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[1]Udienza generale in piazza S. Pietro, 16 settembre 2015

 [2] Luisa Solero, “A proposito della nullità del matrimonio”, Matrimonio 2/2015

 Furio Bouquet

                                                                   

   
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