Anno XL - n. 1 - marzo 2015

  

Editoriale

 

Dona un linguaggio mite,
che non conosca i fremiti dell’ira
Donaci occhi limpidi,
che vincano le suggestioni del male

                           Inno delle Lodi mattutine

    Viviamo un tempo segnato dal riemergere di nuove forme di violenza, che sembrano far regredire l’umanità ad una barbarie che credevamo superata: le stragi di Parigi, la crudele serie di decapitazioni di persone rapite, l’orribile morte data col fuoco, l’insopportabile crocifissone di cristiani, la trasformazione di bambini imbottiti di esplosivo in strumenti inconsapevoli della propria e dell’altrui morte…

    Ma, a fronte di ciò, non possiamo dimenticare gli orrori che hanno visto e vedono vittime quelli che oggi sono guardati come carnefici: il massacro di Srebrenica, le torture disumane dei carceri di Abu Ghraib e di Guantanamo, l’infinita strage di migranti nel Mediterraneo…

    Dopo la manifestazione di Parigi e i reiterati inviti unilaterali alle comunità islamiche a dissociarsi dagli attentati terroristici, siamo stati tentati di scegliere il silenzio (non quello dell’indifferenza, ma quello della pietà), ma i frequenti, accorati richiami di papa Francesco e quello del discorso di insediamento del Presidente Mattarella, rivolto non solo ai politici impegnati in Parlamento, ma a tutti i cittadini, ci hanno ricordato che spetta a tutti impegnarsi per concorrere a superare un male che sembra invincibile.

    La coppia e la famiglia possono essere luogo di educazione al rispetto dell’altro, al rifiuto della violenza, alla costruzione della pace e di un mondo più umano, segno visibile del Regno di Dio che irrompe.

    Abbiamo scelto di affidare alla riflessione del prof. Omid Safi, musulmano, specialista di misticismo islamico (sufismo) e di storia islamica, la consapevolezza che ci anima, bene espressa dalle parole Come persona di fede, tempi come questi mettono alla prova la mia anima. E’ precisamente in tempi come questi che dobbiamo rivolgerci alla nostra fede. Ci guardiamo dentro, non perché le risposte siano facili, ma perché non guardarsi dentro è impensabile in momenti di crisi”.

    Sulla stessa linea della pace frutto della mitezza, ma anche della giustizia, abbiamo scelto di segnalare il piccolo, ma intenso, libro del vescovo martire salvadoregno Oscar Arnulfo Romero “La messa incompiuta” proprio mentre papa Francesco ha avviato la causa della sua beatificazione, troppo a lungo rinviata.

    Proseguendo nella riflessione sul versetto del vangelo secondo Matteo “in principio non era così”, offriamo alla meditazione dei nostri lettori lo scritto del monaco camaldolese padre Innocenzo Gargano “Giustizia e misericordia nelle parole di Gesù sul matrimonio”. Trattandosi di un saggio di lettura impegnativa, abbiamo scelto la forma del Quaderno e tuttavia ci sembra che il senso della riflessione di p. Gargano sia ben riassunto dalle sue parole: venga privilegiata la dinamicità della misericordia sulla staticità della Legge”.

    Ponendosi la domanda: “c’è un disegno di Dio sulla famiglia”, la biblista Lilia Sebastiani osserva che “Troppo spesso forse ci si è appellati al progetto di Dio e alla sua immutabile volontà per difendere qualcosa che era solo tradizione umana, contro le istanze profetiche e talvolta anche contro la giustizia e il buon senso. Troppo spesso si è tentato di far passare per dato di natura quello che era solo un dato di cultura, anzi di stratificazioni culturali”.

    Traendo spunto da un articolo del teologo morale Giuseppe Trentin, a sua volta ispirato dalle parole di papa Francesco che hanno fatto il giro del mondo "Il cristiano non deve fare figli in serie … per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli? No, paternità responsabile … Io conosco tante e tante vie d'uscita lecite che hanno aiutato a questo", Paolo e Luisa Benciolini scrivono: “Abbiamo già avuto modo di interrogarci sul significato della "apertura degli sposi alla vita" (Matrimonio, n.2/2014) … Desideriamo tuttavia, ora, evidenziare, con particolare rilievo, da un lato le richiamate espressioni di papa Francesco in ordine alle "vie di uscita lecite" e dall'altro la rigorosa affermazione del teologo morale che, sollecitato anche dalla personale sensibilità ed esperienza pastorale, pone una questione di fondo: se la "teoria" sulla quale si basa l'enciclica sia "ben formulata e condivisa ".

    Luisa Solero, “ragionando fra la legge delle stelle e quella dei profeti”, riflette sul racconto di un’esperienza del figlio, che si concludeva con le parole: “Ecco, questa è la differenza dei presupposti, a seconda che si parta dai principi o dalla concretezza della situazione. Non è che sia più giusto uno o l’altro dei presupposti …, forse la cosa più importante è solo quella di partire dalla relazione con l’altro”. Ci dice di aver pensato che “forse era questo il senso della “buona novella” che ci è venuta a dire che i principi ci sono e hanno senso, ma vanno “completati” (“Non sono venuto ad abolire, ma a dare compimento … Mt. 5, 17).

    Riteniamo di far cosa utile segnalando ai nostri lettori l’appello diffuso dall’Associazione Viandanti, alla cui Rete Matrimonio aderisce, dopo la pubblicazione dell’articolo di Vittorio Messori sul Corriere della sera del 24 dicembre u.s. “I dubbi sulla svolta di papa Francesco”.  

    L’appello rifugge da ogni violenza verbale e istanza polemica, come è ben espresso dalle parole introduttive: Ci sembra utile guardare con occhi limpidi a ciò che si sta muovendo nel cattolicesimo, evitando forme polemiche che non aiutano il confronto e la comprensione delle reali questioni in gioco”.

    Quando questo fascicolo di Matrimonio, che quest’anno festeggia il suo quarantesimo anno, giungerà tra le mani dei lettori saremo nel tempo liturgico di Pasqua: affidiamo a queste parole di d. Tonino Bello i nostri auguri per tutti loro.

    “Cari amici, come vorrei che il mio augurio, invece che giungervi con le formule consumate del vocabolario di circostanza, vi arrivasse con una stretta di mano, con uno sguardo profondo, con un sorriso senza parole! Come vorrei togliervi dall'anima, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace! Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per farvi capire di quanto amore intendo caricarla: "coraggio"! La Risurrezione di Gesù è il paradigma dei nostri destini. La Risurrezione. Non la distruzione. Non il precipitare nel nulla. Coraggio, il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di "amare", non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno sepolcrale che non rotoli via. Auguri”.

Furio Bouquet

 

 

                                                                   

   
© Editrice di matrimonio - via S.M. in Conio, 7 - 35131 Padova